"Le idee non dormono mai" è il workshop organizzato dal corso di Laurea in "Scienze e Tecniche della Comunicazione grafica e multimediale" dello IUSVE che dura una settimana e coinvolge tutti gli studenti di terzo anno e ogni anno nuove aziende che commissionano un lavoro vero e proprio. La settima edizione si è svolta dal 21 al 26 settembre 2015 e qui è possibile scaricare il book:
Scritto da Diotto Mariano - Direttore Dipartimento di Comunicazione il .
«Credo che per prima cosa ci vogliono delle basi di esattezza, metodo, concretezza, senso della realtà. È soltanto su una certa solidità prosaica che può nascere una creatività.» (Italo Calvino)
“Le idee non dormono mai” è un format che la nostra Università ha inventato per valutare la preparazione degli studenti di terzo anno della Laurea Triennale in Scienze e tecniche della comunicazione grafica e multimediale, mettendoli in relazione con dei committenti reali e con dei progetti da realizzare in una sola settimana. Tradizionalmente si svolge prima dell’inizio dell’anno accademico: a settembre. Settembre: il nome deriva dal latino september, a sua volta da septem, “sette”, perché era il settimo mese del calendario romano, che iniziava con il mese di marzo. In questo 2015 siamo arrivati alla settima edizione, quindi questa doppia coincidenza ha portato il Dipartimento di Comunicazione dello IUSVE ad una ulteriore innovazione: raddoppiare i committenti suddividendo gli studenti tra i due Campus. Così a Mestre il contest si è svolto dal 21 al 25 settembre, mentre a Verona dal 22 al 26 settembre.
Da sempre la nostra Università ha creduto in uno stretto legame tra il mondo accademico e quello del lavoro, della produzione e del sociale e anche in quest’anno questo legame si è realizzato e ulteriormente ra orzato. Riteniamo importante che i nostri studenti debbano avere la possibilità di confrontarsi con aziende importanti, lavorando ad un progetto vero e proprio, rispettandone le tempistiche, a rontandone le di coltà, vivendone le emozioni che tutto questo comporta. Cinque giorni che racchiudono competenze e abilità multidisciplinari combinate in un continuo mescolarsi di approccio ri essivo, culturale e pratico-progettuale.
La settimana si è dimostrata laboriosa, stimolante e piena di vivacità sia per i nostri studenti che per le aziende partner che hanno aderito a questa proposta: Ufficio Gestione della Ripartizione Ambiente della Provincia Autonoma di Bolzano, Mermec, Slow Food, The Italian Cancer Society (SIC), Haribo Italia, Valtur.
In questa settimana ricca di energia i nostri studenti hanno “poco tempo per dormire”! Si parte con il brief la prima mattina e in “soli 4 giorni” viene realizzato un progetto vero e proprio. Ansia ed emozione, gioia e adrenalina. Ma questa esperienza sicuramente rimarrà nella loro memoria come un momento unico e irripetibile nel loro percorso accademico.
La scelta della nostra università di misurarsi con il mondo lavorativo esterno viene anche rispettata nella composizione della Giuria che ogni anno vanta esponenti esperti e illustri del mondo artistico, creativo e pubblicitario. Il Presidente di giuria quest’anno è stato Hangar Design Group nelle persone dei due soci partner: il dott. Alberto Bovo e il dott. Sandro Manente. La loro presenza ha saputo entusiasmare i nostri giovani creativi e anche a motivarli verso il mondo del lavoro che li accoglierà, che richiede grandi competenze e un alto stile competitivo. Assieme a loro la Giuria era composta da esperti del settore: il dott. Riccardo Bello, Ceo/Founder dell’editrice Lazy Dog Press, il dott. Alessio Capellani dell’Agenzia Coee Italia, Diego Carbonara, Responsabile Commerciali di Mediagraf S.p.a., il dott. Nicola Montaguti incaricato della comunicazione e design di prodotti a marchio Despar Nord Est, dott. Francesco Nicoletti dello studio Tassinari/Vetta e la dott.ssa Beatrice Susa dell’Agenzia Arte Laguna di Venezia.
Un ringraziamento da parte mia va a tutti i docenti che sono stati presenti nel Campus per accompagnare i nostri studenti; ai miei stretti collaboratori che hanno seguito passo passo i partecipanti: la dott.ssa Emilia Brovero e il prof. Nicolò Cappelletti; gli studenti volontari che ci hanno aiutato nell’organizzazione: Francesca Bergianti, Chiara Canella, Martina Padovan, Antonio Polato e Elena Storto; ai committenti, nelle persone del dott. Massimo Bullo, per Haribo Italia S.p.a., del dott. Claudio Martinolli, per Valtur, della dott.ssa Erika Guerra per Mermec, il Team di SIC e di Slow Food Verona, il dott. Giulio Angelucci per Ufficio Gestione della Ripartizione Ambiente della Provincia Autonoma di Bolzano.
E per ultimi i protagonisti: 165 giovani e futuri graphic & multimedia designer, perché hanno saputo vivere quest’esperienza con impegno, creatività e buona capacità di lavoro in team come dei “veri professionisti” pur non essendolo ancora!
Mariano Diotto Direttore Dipartimento di Comunicazione dello IUSVE
Scritto da Alberto Bovo - Hangar Design Group - Presidente di giuria Campus IUSVE di Mestre il .
Ho partecipato a tante commissioni esaminatrici di lavori nel settore della creatività da quando ho intrapreso la mia attività di imprenditore. Ho avuto modo anche per molti anni di insegnare, anni durante i quali ho incontrato talenti originali e incredibili, ma l’esperienza entusiasmante che ho vissuto il giorno 25 settembre 2015 insieme ai miei colleghi allo IUSVE mi ha dato la possibilità, oltre che esaminare e dare qualche suggerimento, di imparare a mia volta cose nuove e approcci delle nuove generazioni al tema della creatività. Come ebbi modo di dire durante la premiazione, ciò che mi ha colpito maggiormente sono due aspetti:
• Il primo riguarda l’empatia trasmessa da tutti i gruppi che hanno presentato i propri lavori. Ho notato una capacità di esprimersi, di presentare, e quindi di relazionarsi che non è comune nell’ambito creativo. Penso che questo sia l’aspetto distintivo di chi frequenta, oltre a una università creativa, nello speci co una scuola diretta da Salesiani, che hanno nel DNA la capacità di coinvolgere e far coinvolgere. Su questo punto vorrei solo dire che oggi la capacità di un direttore creativo non si misura solo progettando cose giuste e belle, ma soprattutto avendo metodo nello spiegarle bene al cliente.
• Il secondo punto che ho colto è stata la passione nella cura e nel dettaglio degli aspetti progettuali: ho visto spaziare su vari fronti della gra ca tradizionale e della gra ca innovativa, progetti corretti e progetti d’avanguardia, segno questo che l’indirizzo di IUSVE è quello di far lavorare gli studenti con la massima libertà in tutti i campi. Ecco, sono stato contento di partecipare a questo incontro, non solo perché ho visto cose belle e interessanti, ma anche perché ho visto una professionalità, che ha confermato in me che per crescere bisogna sempre cambiare e soprattutto di guardare al futuro. È stata veramente una giornata rilassante.
Scritto da Sandro Manente - Hangar Design Group - Presidente di giuria Campus IUSVE di Verona il .
Ho vissuto a Verona, in occasione del workshop, una giornata, come Presidente della Giunta Tecnica, particolarmente stimolante sia sul piano personale che professionale. Sul piano personale, perché rifrequentare ogni tanto un ambiente salesiano mi fa ritornare a tanti e positivi ricordi, e poi essere presente ad un Workshop che ha come head “le idee non dormono mai”, per chi come HDG, ha come mission “far volare le idee” non può che essere, come è stato, un piacere.
Ma è dal punto di vista professionale che l’esperienza mi ha aiutato a ripensare ad elementi che, visti finalmente con il distacco di chi deve dall’esterno giudicare, sono apparsi ancora importanti e spesso non risolti. Mi sono trovato, quasi involontariamente, a riflettere su questo mentre guardavo i lavori presentati e le presentazioni. Questi temi riguardano il rapporto tra cliente e creativo. Ed è questa fondamentale esperienza (grazie IUSVE e grazie alle aziende) che deve far riflettere i ragazzi, più che il risultato del loro lavoro. Non potevo far altro che essere dalla parte dei ragazzi e mentre ascoltavo e vedevo le presentazioni pensavo a brief troppo precisi.... brief del tipo “vorrei la luna”...brief complessi e mi mettevo nei panni dei ragazzi.. Che fare? Eseguire?...Interpretare?... Dov’è il limite e qual è il compito di un creativo? Qualche defallance che pur c’è stata va riletta, al netto dell’età e dell’emotività, come elemento del non risolto rapporto tra brief e risposta creativa ed è questo che deve rimanere ai ragazzi di questa esperienza. Premesso che, per il fatto di essere solo al secondo anno del loro percorso di studio, tutti (o quasi tutti ha poco importanza) mi hanno favorevolmente colpito per il lavoro e l’attenzione/ passione posta nella presentazione.
Gli lascio una citazione di Massimo Bottura: “Si parla tanto di creatività. La persona creativa deve accumulare un bagaglio culturale importante, che gli permetta di conoscere tutto e tutto poi dimenticare per inventare qualcosa di nuovo...”. Ecco: siete nella fase dell’accumulo del bagaglio, approfittate con il massimo impegno e passione di ogni occasione. Buon lavoro.
Scritto da Riccardo Bello - Ceo/Founder Lazy Dog Press - Campus IUSVE di Verona il .
Far parte della giuria del consueto appuntamento de “Le idee non dormono mai”, oltre ad essere un onore, è stata per me un’esperienza nuova. E anche intrigante, perché solo un paio d’anni fa mi trovavo dall’altra parte del tavolo, in veste di studente.
I lavori esaminati, a prescindere dal piazzamento, mi sono parsi in generale di ottimo livello, soprattutto dal punto di vista concettuale. Gli studenti hanno dato buona prova di capacità di analisi e attitudine alla ricerca – elementi fondamentali per chiunque, oggi, voglia fare comunicazione – nonostante una certa rigidità grafica, del resto comprensibile per l’età e destinata in breve a maturare, ne sono certo.
Scritto da Alessio Capellani - Agenzia Coee Italia - Campus IUSVE di Verona il .
Creare. Con questo verbo senza soggetto, si potrebbe riassumere tutta quanta la giornata che ho vissuto sabato 26 settembre allo IUSVE, in qualità di giudice al concorso di grafica de “Le idee non dormono mai”. Mi sono ritrovato in un ambiente che amo e ho sempre amato, l’università, circondato da ragazzi giovanissimi dai 19 ai 22 anni al massimo, agitati e insieme ansiosi di mettersi alla prova e presentare i loro lavori.
Sono state giornate e nottate di cili quelle precedenti il concorso, così mi hanno detto i loro professori e così immaginavo i loro pensieri carichi di emozioni probabilmente contrastanti, dalla paura alla gioia passando all’ansia e da un pizzico di freddo cinismo forzato per tenere a bada tutto quanto. Tante idee, tanti studenti e tanto creare quindi, perché anche se c’erano dei committenti che avevano dato dei brief precisi su cosa volessero che venisse fatto, è anche vero che si trattava di sperimentare e come succede nella vita fuori dall’università non sai mai se piacerà o meno ciò che presenti. Tante idee, tanti studenti e tanto creare, perché quando lavori con i tuoi amici e compagni di corso, crei dei gruppi di lavoro e inizi a pensare, è li che scoppiano bombe di serendipità o assoluti deserti creativi ma intanto il tempo scorre, i professori ti stanno addosso e tu pensi che vuoi dare il massimo comunque, quindi o vai avanti o vai avanti. Soprattutto pensi ai tuoi sogni, anche sogni di gloria perché no, e a vent’anni in un concorso della tua università con aziende vere e giudici professionisti, vuoi davvero fare bella figura, per tanti motivi ma forse il più importante dei quali è la passione istintiva, quella stessa che è arrivata o che già c’era prima di dedicare gli studi alla grafica.
Per me alla fine di tante idee, tanti studenti e tanto creare non è rimasto un unico soggetto a dare senso all’esperienza ma una pluralità di persone che si sono cimentate con professionalità ma soprattutto personalità ad una sfida che comunque sia andata hanno vinto perché hanno creato le loro idee. Hanno fatto una cosa che nella vita non è mai facile fare, sono riusciti a tradurre i pensieri in azioni e le azioni in artefatti o progetti, il tutto dovendo interpretare i desideri di altre persone, i committenti. Questo l’hanno fatto con la loro personalità, che già a vederli da dietro l’ intimidatoria cattedra del giudice è stato evidente quanto e in che modo uscisse fuori a dire: “Io ci sono comunque vada e ho fatto questo insieme ai miei colleghi, vorremmo vincere ma comunque vada eccola qua, questo siamo noi”. Questo creare e queste personalità che ho avuto il grande piacere di osservare, sono ciò che più mi è rimasto del concorso, dovendo parafrasare queste due parole, direi che ho visto creare idee da delle personalità e ho visto creare, ho visto idee e ho visto personalità. Avrei voluto parlare di più con loro per sapere com’era andato tutto il lavoro precedente al giorno della presentazione e che noi giudici non abbiamo potuto vedere.
Tuttavia sono stato molto felice di quello che ho visto perché li ho salutati consapevole del fatto di avere davanti a me persone che hanno creduto e continueranno a credere in ciò che faranno, forse consapevoli che nessuno sa in anticipo se il proprio lavoro funzionerà o meno ma essere convinti è la differenza tra chi ci prova e chi ci prova per riuscire. Sono tutte scommesse e allora tanto vale scommettere al rialzo. Bravi ragazzi!
Scritto da Diego Carbonara - Responsabile Commerciale Mediagraf S.p.a. - Campus IUSVE di Mestre il .
È proprio vero che “Le idee non dormono mai”, a maggior ragione se sono quelle degli studenti dello IUSVE... Ho avuto il piacere, direi l’onore, di poter far parte della giuria del workshop sopra citato, respirando, dopo cinque anni, il profumo frizzante della “competizione” universitaria. Una gara dal sapore culturale, dove i “concorrenti” si sfidano con i concetti, mettendo in mostra tutte le loro conoscenze ed abilità comunicative. È doveroso un plauso ai coach, per restare nella metafora, che hanno allenato gli atleti con estrema professionalità. È doveroso un plauso agli studenti, pronti, capaci e tenaci, in grado di affrontare le prove con serietà, ma con quella spensieratezza che ha reso molti degli elaborati presentati veramente originali. Certo hanno affrontato solo il girone di qualificazione per ora, ma quanto dimostrato mi fa credere che giuria saranno pronti per il campionato... chi lo vincerà lo vedremo.
Uscendo dalla metafora, ho trovato gli elaborati molto interessanti. I temi proposti dai committenti, Haribo, Valtur e Sic, non erano di facile interpretazione, ma sottintendevano una formazione ed un’educazione all’analisi notevole. Mi ha sorpreso positivamente come ogni gruppo abbia dato un contributo originale, 20 idee uniche, non belle o brutte, vincenti o perdenti, ma uniche. Altro aspetto interessante è la concretezza dei progetti, tutti realizzabili (con i dovuti accorgimenti naturalmente). Ciò testimonia che il percorso fatto dagli studenti ha consolidato in loro una coscienza creativa, votata al marketing, ma altrettanto capace, concreta e misurata, in grado di rispondere, come per il caso Haribo, all’esigenza di un budget.
Sorprendente in alcuni casi la presentazione, a tratti teatrale (da intendersi come connotato positivo), dove la componente commerciale degli oratori è servita anche, per alcuni gruppi, a nascondere le piccole imprecisioni progettuali. E ancora, ho visto gli studenti vestirsi da account, indossare la divisa da creativi e affrontare il brief con rispetto, ma anche con la giusta irriverenza di fronte alle critiche, da parte dei committenti, o della giuria, non condivise. Il valore del workshop, come esperienza didattica, è ormai noto; esso è parte fondamentale per la crescita professionale degli studenti, dona loro la consapevolezza ed il significato assoluto di lavoro, di commessa, di progetto; è però indispensabile affrontarlo non come una prova “scolastica” fine a se stessa, o finalizzata ai crediti, ma come un vero e proprio contratto. Forza ragazzi vi stiamo aspettando!
Scritto da Nicola Montaguti - Comunicazione e design di prodotti a marchio Despar Nord Est -Campus IUSVE di Mestre il .
Ho accolto con grande piacere la proposta di far parte della giuria della settima edizione del workshop STC, “Le idee non dormono mai”. Sono un ex studente e ricordo molto bene cosa significa affrontare, molto spesso per la prima volta, dei clienti reali e “accontentarli” in poco meno di una settimana. Una delle maggiori difficoltà è quella di riuscire lavorare in gruppo, in quanto si tende a scegliere i propri compagni in base alle simpatie ed amicizie, senza considerare l’utilità di fondere assieme competenze ed inclinazioni differenti. Altrettanto complicato è comprendere il brief ricevuto, lavorando sempre nella direzione utile a soddisfare le richieste dei committenti; non è mancato in tal senso il supporto dei docenti, il confronto con i compagni e le revisioni condivise. Sicuramente possono essere venute meno le ore di sonno...!
Nonostante questo il livello raggiunto è sicuramente molto buono. Molte le idee presentate, che non devono essere giudicate solo per la loro completezza ma anche per la loro efficacia e per lo studio e l’attenzione che ha permesso di generarle. Da tutti i gruppi sono scaturiti degli elementi interessanti; penso che tutti gli studenti possano essere soddisfatti del lavoro svolto. Non è il premio a rappresentare un punto d’arrivo ma la settimana di lavoro a rontata ad essere un ricco inizio. I sogni richiedono fatica. Sognate sempre.
Scritto da Francesco Nicoletti - Studio Tassinari/Vetta - Campus IUSVE di Mestre il .
Non mi piace essere giudice, preferisco essere un tutore che accompagna in un percorso ed avere tempo per capire, conoscere e, perché no, anche imparare da una singola esperienza, da un singolo progetto. Appena arrivato, salendo le scale e percorrendo il corridoio dove gli studenti finivano di preparare le presentazioni, si coglieva nell’aria l’attesa, la tensione, l’aspettativa che prima di ogni esame si respira nell’ambiente come l’aroma del caffè alla mattina. Mentre lo scorrere del tempo andava di pari passo con lo svolgersi delle presentazioni, con gli altri giurati si è creato subito un buon clima, direi attento. La giornata alla fine si è rivelata molto interessante. I ragazzi, giovani e inesperti, hanno dimostrato un elevato grado di interesse e di attenzione. Lo svolgimento dei lavori in alcuni casi ha toccato un livello molto buono.
Le miei impressioni generali sono perciò positive. Esprimo però alcune considerazioni che, credo, possano offrire anche uno spunto utile ai futuri corsi di formazione. In primo luogo, la progettazione e la costruzione delle gabbie per l’impaginazione ha portato quasi tutti i gruppi a costruirsi vere e proprie barriere creative. Nello svolgere il compito assegnato, tali barriere hanno portato a un blocco del progetto che, in alcuni casi, ha ricordato dei prodotti degli anni ottanta. Penso sia importante organizzare una pagina costruendo una gabbia, ma poi bisogna essere in grado di lavorare liberamente al suo interno. Occorre infatti mantenere pochi ma buoni punti saldi, al fine di rendere visibile la struttura di fondo lasciando però del “bianco” per fare riposare lo sguardo o per indirizzarlo dove si vuole.
In secondo luogo, l’utilizzo di troppi caratteri tipogra ci simultaneamente – a volte accostando tipi che non dialogano tra loro, altre volte intervenendo nella loro costruzione e nella modi ca della separazione tra lettere, come nelle famiglie monospaziate, ne ha alterata la stessa natura. Mi piace ricordare il motto di Mies van der Rohe “Less is more”, letteralmente “poco è più”; credo che faccia proprio al caso nostro. La ricerca insistita e forzata di un carattere – soprattutto all’inizio del proprio percorso di studi, quando non si ha un buon grado di conoscenza tipogra ca – è solo una complicazione progettuale. Sarebbe più opportuno, a mio avviso, cominciare dal fare esperienza, utilizzando anche solo una famiglia di caratteri per tipologia (bastone, graziato, egizio, monospaziato...), in modo tale da imparare a utilizzare al meglio le caratteristiche del disegno di ogni singola lettera, per poi comporre al meglio, in futuro, anche caratteri più innovativi e complicati.
Scritto da Beatrice Susa - Agenzia Arte Laguna - Campus IUSVE di Verona il .
Un’esperienza senza dubbio arricchente. L’energia, la voglia di mettersi in gioco e di stupire con le proprie proposte sono stati gli elementi che più mi hanno colpita della giornata trascorsa come giurata. Da sempre lavoro in un ambito in cui la creatività è il pane quotidiano e mi sono sempre voluta circondare di menti giovani, in diversi casi con grandi soddisfazioni, in altri meno, ma questo fa parte del gioco.
Anche in questa esperienza porto a casa la convinzione che i giovani siano la linfa creativa della nostra società, che competenza e capacità non mancano, che la propensione alla sfida è fondamentale. Le mie preferenze vanno verso i progetti presentati per la condotta veronese di Slow Food; li ho trovati accattivanti non solo nella presentazione ma anche nei contenuti. Ho apprezzato la profondità della ricerca fatta da alcuni gruppi che si è spinta sino alla realizzazione di sondaggi in famiglia e tra amici dimostrando di voler davvero comprendere la realtà in cui opera la committenza, immedesimandosi totalmente nel ruolo richiesto e dimostrando di voler proporre soluzioni realistiche, basate su un’analisi concreta del mercato e del target di Slow Food. C’è inoltre chi ha voluto dare uno sguardo al di fuori dei confini nazionali pensando a scambi internazionali e questo mi ha molto impressionato.
Ho notato che il lavoro di gruppo ha stimolato molto i ragazzi conducendoli verso soluzioni più interessanti e portando la squadra a centrare l’obiettivo, andando oltre le competenze acquisite durante le lezioni frontali. Questo, ancora una volta, avvalora il fatto che il lavoro in team ha delle potenzialità maggiori e sempre di più, anche nel mio studio, accade proprio questo. Per me è stata la prima esperienza da giurata, sono più abituata a organizzare le giurie che a farne parte, ma mi piacerebbe assolutamente ripeterla. È stimolante avere a che fare con menti fresche e attive, ma anche confrontarsi con i colleghi e notare un’armonia e coerenza nei giudizi. Porto con me una bella carica di energia.
Scritto da Massimo Bullo - Haribo Italia S.p.a. - Country Marketing Manager il .
L’esperienza di collaborazione con IUSVE per il Project Work Haribo Frizzi all’interno del workshop de “Le idee non dormono mai”, è stata per me un significativo contesto di confronto ed innovazione sulla marca Haribo e i suoi prodotti. La sfida proposta da Haribo Italia nel workshop è stata quella di ideare e progettare un tour nazionale dedicato al Brand Haribo Frizzi, tour con un obiettivo ben preciso di promozione e valorizzazione dei prodotti del brand “FRIZZI” verso un target difficile da raggiungersi e da coinvolgere con costanza nel mercato del largo consumo, ovvero i teenagers.
I gruppi di lavoro hanno ricevuto un brief e uno stress sulle tempistiche di esecuzioni paritetico alle più conosciute agenzie in Italia su tematiche di branding e di comunicazione, rivelandosi in grado di reggere con un buon livello tale sfida durante la settimana dell’intenso workshop.
Gli studenti hanno infatti dimostrato per la loro giovane età una già forte ed immediata capacità di interpretazione del brief dell’azienda restituendone elaborati e proposte distintive ed in grado di apportare elementi strategicamente interessanti per le attività di comunicazione delle Aziende. In particolare ne ho personalmente apprezzato l’accuratezza nell’esecuzione e attenzione nella presentazione degli elaborati nonché un crescente focus alla reale fattibilità futura dei progetti presentati, caratteristica fondamentale per far sperimentare agli studenti una creatività orientata al cerare un reale valore aggiunto ai budget assegnati dalle aziende.
I gruppi di lavoro chiaramente con livelli diversi come da premiazione finale, hanno dimostrato tutti di esser dunque all’altezza di un primo e vero confronto con brief e obiettivi realistici delle Aziende, realtà con cui certamente andranno a relazionarsi con successo in futuro in ambito lavorativo.
Vorrei inoltre sottolineare come tutta l’organizzazione del workshop sia stata ben curata da parte di IUSVE, evidenziandone la significativa professionalità e la massima disponibilità del corpo docente e degli organizzatori verso le aziende committenti e le loro necessità.
In tal senso mi sento in prima persona di suggerire tale esperienza anche per altre e numerose aziende future, le quali come Haribo Italia troveranno sicuramente negli studenti IUSVE dei giovani talenti in grado di dare prospettive inedite e punti di vista nuovi alle sempre più complesse sfide di comunicazione delle aziende.
Scritto da Erika Guerra - Mermec - Marketing strategico il .
L’esperienza del workshop de “Le idee non dormono mai” a Verona è stata sicuramente molto positiva. Spesso si discute a proposito della necessità di creare maggior collaborazione tra aziende e università, soprattutto in Italia dove tale sensibilità è poco diffusa. Le aziende sono sempre più portate a ritmi di pensiero e di lavoro rapidi con una continua focalizzazione sui temi della produttività e dell’efficienza e questo può portare, come aspetto negativo, alla difficoltà di affrontare percorsi di collaborazione con le università dalla “redditività incerta”.
Anche per la nostra azienda non è stato semplice coniugare i diversi impegni con il workshop, a fronte di un impegno certo per un risultato incerto. Visti gli esiti possiamo certamente dire che il tempo dedicato è stato pienamente investito e non solo dedicato alla collaborazione col mondo accademico in un’ottica di responsabilità sociale. Questo non solo per i buoni, utili, risultati a livello grafico e comunicativo, ma anche per la bella energia trasmessa dagli studenti, per la loro capacità di affrontare con serietà e profondità il compito assegnato, per esserci sentiti parte di un loro percorso formativo: tutti aspetti che aiutano un’azienda a cambiare il passo e “ossigenarsi” con una ventata di freschezza e fermento accademico che ogni tanto serve. Abbiamo avuto il piacere di incontrare e riscontrare una realtà universitaria, quella di IUSVE, che certamente ha tra le sue prerogative la formazione professionalizzante e il dialogo e la collaborazione con le realtà produttive del territorio.
A tutti i ragazzi in primis, all’Università e agli organizzatori dell’evento vanno quindi i nostri sentiti ringraziamenti e complimenti. Grazie e con l’augurio di un Arrivederci...
Scritto da Davide Melisi - The Italian Cancer Society - Professor of Medical Oncology il .
Dal 21 al 25 Settembre 2015, si è svolto il workshop annuale “Le idee non dormono mai” presso l’Istituto Salesiano Universitario di Venezia. Al Campus di Mestre 20 gruppi di studenti hanno realizzato progetti grafici commissionati da tre società appartenenti a settori completamente diversi: Haribo (settore alimentare), Valtur (viaggi) e dalla Società Italiana di Cancerologia (SIC, settore accademico). In soli quattro giorni, gli studenti si sono impegnati a soddisfare le richieste delle committenze ed hanno preparato progetti grafici completi.
Il primo giorno abbiamo presentato le nostre richieste agli studenti, che ci hanno lavorato per i successivi tre giorni e mezzo, durante i quali ci siamo interfacciati con i gruppi guidandoci a vicenda nel processo produttivo. Il quarto giorno i gruppi hanno presentato i loro lavori prima alle committenze e ad una giuria specializzata e poi anche alla presenza di una giuria popolare, costituita da tutti gli studenti che hanno partecipato al workshop.
Noi della SIC abbiamo commissionato un progetto molto complesso che richiedeva l’ideazione di logo, flyers, totem, abstract book e programme book per il meeting SIC 2016. Ognuno dei sei gruppi che hanno lavorato al progetto ha mostrato grandi capacità grafiche ed idee innovative ed ha saputo cogliere e comunicare appieno lo spirito e gli ideali che sono alla base del nostro meeting annuale. Per noi questa settimana ha rappresentato un’immersione in un mondo di collaborazione, creativitàgrafica e concettuale, di ideefresche ed efficaci, di schemi grafici rigorosi. Inoltre, ci ha permesso di vedere la ricerca ed il cancro con gli occhi dei ragazzi e di comprendere con quanta speranza ed ottimismo guardano al nostro lavoro. Siamo rimasti estremamente colpiti sia dall’impegno che dalle capacità degli studenti, che si sono comportati da veri professionisti del settore.
Sia i docenti che gli studenti ci hanno guidato in un percorso di conoscenza e di comprensione delle nostre stesse richieste ed hanno prodotto dei lavori di altissimo livello.
Scritto da Giulio Angelucci - Ufficio gestione ambiente - provincia autonoma di Bolzano - Direttore d’uf cio il .
Ho avuto l’opportunità di rappresentare l’uffcio che dirigo al contest “Le idee non dormono mai“, organizzato dall’Università IUSVE della sede di Verona, in qualità di committente. Tra le attività dell’ufficio pubblico che gestisco, c’é la sensibilizzazione ambientale, di conseguenza periodicamente ci avvaliamo del supporto di agenzie di comunicazione per veicolare tematiche ambientali. La richiesta fatta agli studenti dello IUSVE è stata quella di affrontare una tematica molto cara al mio uffcio: il vuoto a rendere.
Complessivamente posso dare un giudizio positivo sul lavoro di tutti e quattro i gruppi, con la specifica per il gruppo classificato al primo posto, che ha saputo sviluppare in pieno la tematica; il gruppo classificato al secondo posto ha elaborato molto bene gli input avuti durante il breefing del giovedi, portando soluzioni originali. Il terzo gruppo, pur presentando risultati positivi, aveva sviluppato un lavoro quasi completo durante il breefing, ma senza poi riuscire a portare a compimento i suggerimenti ricevuti. In ne il quarto gruppo, cogliendo male e parzialmente le indicazioni della presentazione, ha dovuto fare un opera di radicale cambiamento in corso d’opera, riuscendo a fornire degli spunti sicuramente interessanti: bella l’idea di lavorare con le fiabe, ma con il limite di presentare un lavoro parziale e non esaustivo in tutte le componenti.
Ritengo che da questi lavori si potrà evincere materiale utile per la nostra comunicazione, e che per i ragazzi, l’esperienza di simulazione di un lavoro concreto sviluppato in team a contatto con committenti reali, sia una palestra indispensabile, per far tesoro degli errori e degli spunti positivi dell’esperienza.
L’impressione è che il livello progettuale raggiunto dagli studenti sia già alto, si denota la capacità di lavorare in gruppo, e dal confronto personale è emersa la capacità di ascolto, analisi ed elaborazione. Ringrazio gli studenti per la loro disponibilità e IUSVE per l’opportunità offertami.
Scritto da Claudio Martinolli - Valtur - Marketing & eCommerce Director il .
Oltre cento studenti hanno partecipato al workshop de “Le idee non dormono mai”, giunto alla sua 7° edizione e organizzato dallo IUSVE - Istituto Universitario Salesiano Venezia. Ho avuto il piacere di seguire personalmente, come direttore Marketing di Valtur, le diverse fasi di lavoro dei ragazzi. Fin dal primo giorno ho cercato di suscitare l’interesse verso il progetto commissionato, ovvero l’ideazione per il catalogo estivo 2016 dei villaggi Valtur.
Nella fattispecie la creatività richiedeva la realizzazione di un concept di comunicazione e la relativa traduzione in segno grafico per la copertina e gli interni. I ragazzi, alle prese con tempi strettissimi, si sono subito messi all’opera per arrivare preparati al confronto del mercoledì, due giorni dopo la ricezione del brief. I sette gruppi che si sono confrontati sul tema dato hanno tutti colto lo spirito e i valori della marca e già in questa prima presentazione hanno stupito per la quantità di lavoro svolto in queste poche ore. Tutti i gruppi avevano elaborato un’idea pressoché precisa della marca, del posizionamento rispetto alla concorrenza, dei suoi punti di forza e del nocciolo della proposta Valtur: trattare i clienti come fossero parte di un’unica famiglia.
Arrivati all’ultimo giorno dell’esperienza, dopo la presentazione finale e le considerazioni di una giuria formata interamente da professionisti, ha prevalso il gruppo che ha svolto il tema in maniera più coerente in tutte le sue fasi: concept, grafica e idea di comunicazione, ma in realtà la differenza tra un gruppo e l’altro era veramente minima. Alla fine ho detto sul palco a tutti quello che ribadisco ora scrivendo: il livello di base di preparazione di questa Università è veramente buono. E’ una delle poche realtà che unisce una consistente preparazione teorica al know how pratico per realizzare le proprie idee. Complimenti e grazie a tutti.