Vi stiamo aspettando

È proprio vero che “Le idee non dormono mai”, a maggior ragione se sono quelle degli studenti dello IUSVE...
Ho avuto il piacere, direi l’onore, di poter far parte della giuria del workshop sopra citato, respirando, dopo cinque anni, il profumo frizzante della “competizione” universitaria.
Una gara dal sapore culturale, dove i “concorrenti” si sfidano con i concetti, mettendo in mostra tutte le loro conoscenze ed abilità comunicative. È doveroso un plauso ai coach, per restare nella metafora, che hanno allenato gli atleti con estrema professionalità. È doveroso un plauso agli studenti, pronti, capaci e tenaci, in grado di affrontare le prove con serietà, ma con quella spensieratezza che ha reso molti degli elaborati presentati veramente originali. Certo hanno affrontato solo il girone di qualificazione per ora, ma quanto dimostrato mi fa credere che giuria saranno pronti per il campionato... chi lo vincerà lo vedremo.

Uscendo dalla metafora, ho trovato gli elaborati molto interessanti. I temi proposti dai committenti, Haribo, Valtur e Sic, non erano di facile interpretazione, ma sottintendevano una formazione ed un’educazione all’analisi notevole. Mi ha sorpreso positivamente come ogni gruppo abbia dato un contributo originale, 20 idee uniche, non belle o brutte, vincenti o perdenti, ma uniche. Altro aspetto interessante è la concretezza dei progetti, tutti realizzabili (con i dovuti accorgimenti naturalmente).
Ciò testimonia che il percorso fatto dagli studenti ha consolidato in loro una coscienza creativa, votata al marketing, ma altrettanto capace, concreta e misurata, in grado di rispondere, come per il caso Haribo, all’esigenza di un budget.

Sorprendente in alcuni casi la presentazione, a tratti teatrale (da intendersi come connotato positivo), dove la componente commerciale degli oratori è servita anche, per alcuni gruppi, a nascondere le piccole imprecisioni progettuali. E ancora, ho visto gli studenti vestirsi da account, indossare la divisa da creativi e affrontare il brief con rispetto, ma anche con la giusta irriverenza di fronte alle critiche, da parte dei committenti, o della giuria, non condivise. Il valore del workshop, come esperienza didattica, è ormai noto; esso è parte fondamentale per la crescita professionale degli studenti, dona loro la consapevolezza ed il significato assoluto di lavoro, di commessa, di progetto; è però indispensabile affrontarlo non come una prova “scolastica” fine a se stessa, o finalizzata ai crediti, ma come un vero e proprio contratto.
Forza ragazzi vi stiamo aspettando!