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Ecco gli elaborati e le eccellenze realizzate dagli studenti del Dipartimento di Comunicazione e articoli, attività di comunicazione e pubblicazioni realizzati dai nostri docenti.

Sedersi su un tappo in sughero

Ai LAB in Advertising&Strategy DGD il percorso intenso di SUBER racchiuso nello spazio di una pubblicità.

Quattro giorni di tempo per dare vita a tre campagne pubblicitarie di impatto, tra sostenibilità ambientale e design: sono questi gli ingredienti del Lab in Advertising&Strategy che ha visto protagonisti diciannove gruppi di ragazzi del 1°anno in del nel corso di Baccalaureato/Laurea Triennale in Digital&Graphic Design del Dipartimento di Comunicazionedel Campus di Mestre e Verona.

La committenza, Amorim Cork Italia, leader nel commercio dei tappi in sughero, ha chiesto di realizzare delle proposte pubblicitarie destinate al lancio di SUBER, la prima linea di oggetti di design di alto livello, realizzati interamente con la granina del sughero riciclato. Questa proviene dai tappi che, anziché essere gettati nella spazzatura, sono stati intercettati dall'azienda stessa, grazie a un sistema di raccolta che vede in prima linea associazioni di volontariato distribuite in modo capillare sul territorio italiano e ripagate con un sostegno economico per le loro iniziative.

Il sistema di economia circolare totale è risultato così il contesto virtuoso da raccontare nell'immediatezza di un messaggio pubblicitario. L'obiettivo, più preciso e ambizioso, è stato di trasmettere la bellezza e l'eccellenza di quello che per molti è più noto come oggetto da scartare. Entrambi sono stati raggiunti con un percorso intenso e di grande soddisfazione.

A ricevere una menzione speciale da parte della committenza il gruppo NACS per la classe di Mestre, composto da Dalla Riva Noemi, De Pol Simone, Giacori Camilla, Potente Nicola, Rizzato Alberto, Sette Alessandro, mentre per il gruppo di Verona il gruppo Fuori Onda, composto da Sibisan Adela, Lisca Alexandra, Menabue Marilisa e Tomiolo Riccardo.

Un grande plauso a loro e a tutti gli affiatati gruppi!

Luna, Irene, Nicola e Aurora vincono l’Hackathon del Parlamento Europeo in collaborazione con il WMF

Il Dipartimento di Comunicazione ha il piacere di annunciare la vittoria di Luna, Irene, Nicola e Aurora all’Hackathon #EuropeiControCovid19 organizzato dal Parlamento Europeo all’interno dell’edizione online del WMF 2020 (4, 5 e 6 giugno).

“Europei Contro Covid-19” è una campagna ideata per raccontare le iniziative di solidarietà realizzate dai cittadini europei che si sono adoperati per fronteggiare la pandemia. Le storie italiane che potevano essere utilizzate dai partecipanti  per costruire vere e proprie campagne di comunicazione creativa erano:

  • Anna, Progetto Quid: mascherine certificate prodotte con stoffe di recupero da donne con passati dolorosi;
  • Gaia e Tiziana, Croce Rossa Italiana: trasporto in bicicletta di mascherine per la popolazione;
  • Greta, Banco Alimentare: ridistribuzione delle eccedenze alimentari ai più bisognosi;
  • Giuseppe, Premio UE per la ricerca: creazione di trattamenti medici salvavita attraverso la ricerca innovativa.
All’hackathon hanno partecipato tre gruppi di studenti IUSVE coordinati dal prof. Nicolò Cappelletti, tutti arrivati in finale, con la possibilità di presentare il proprio speech sul mainstage dell’edizione online del WMF 2020 con Alessandro Masala di Breaking Italy e Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente del Parlamento Europeo.

Luna, Irene, Nicola e Aurora, vincitori del concorso, hanno ottenuto come premio l’accesso al WMF di Rimini (19, 20 e 21 novembre 2020), alla WMF Summer School (dal 5 al 12 settembre) e al materiale formativo sul digital marketing per un valore di 800,00€.

Questa esperienza è stata formativa sotto tutti i punti di vista, in particolar modo quello professionale.”, hanno dichiarato i ragazzi, “Abbiamo compreso come il poco tempo a disposizione spinga le idee a emergere più velocemente e a sviluppare in fretta un concept accurato e che raggiunga l’obiettivo. È stato molto interessante anche scoprire il ruolo che ognuno di noi ricopre all’interno di un gruppo di lavoro. Ci ha permesso di conoscerci meglio sia dal punto di vista personale sia lavorativo, rafforzando i legami nonostante le difficoltà e le divergenze di opinione che sono state fonte di confronto e ispirazione. L’opportunità che ci è stata data grazie al contest del Parlamento Europeo Italia è una grande fortuna e non vediamo l’ora di metterci alla prova alla WMF Summer School. Grazie ancora a tutti gli organizzatori, a chi ci ha sostenuti durante l’hackathon e al giovane scienziato Giuseppe Bungaro per essere stato la fonte d’ispirazione per questo progetto.”.

Roberto racconta la passata esperienza a Montevideo (Uruguay) con IUSVE e USAC

Non sono mai stato un appassionato di quelle frasi del tipo: “La tua vita inizia quando esci dalla tua zona di comfort”. Le trovo un po’ banali e troppo semplicistiche, come se bastasse mettersi uno zaino in spalla e prendere il primo treno che passa in stazione per diventare di colpo delle persone interessanti e, in un certo senso, migliori. Non è così, ma un fondo di verità in queste frasi da Baci Perugina esiste, come ho avuto modo di scoprire in Uruguay.

Quando a marzo 2019 sono stato selezionato per il semestre a Montevideo con USAC, la partenza mi sembrava così lontana che quasi non ci pensavo.
Effettivamente, di mezzo c’erano laboratori, progetti, lezioni ed esami, dici poco! Così, quando è arrivato il momento di fare le valige e salire sull’aereo che mi avrebbe portato prima a Madrid e poi dall’altra parte del mondo, non ero assolutamente preparato. Comunque, la cosa che più mi spaventava in quel momento era senza dubbio il volo intercontinentale: potreste portarmi tutti i report mondiali che dimostrano come l’aereo sia il mezzo di trasporto più sicuro, ma a me quella sensazione di farfalle nello stomaco verrà comunque ad ogni decollo.

Nonostante le mie congetture, il viaggio è andato bene, ed è stata la volta di scoprire l’Uruguay.
Schiacciato tra i giganti Argentina e Brasile, questo Paese non rientra spesso tra le mete dei viaggiatori. È piccolo, solo tre milioni di abitanti, ma in compenso ha 12 milioni di mucche che pascolano nelle pianure interne (#funfact). Fin da subito ho imparato ad apprezzare la tranquillità degli uruguaiani, che potrebbe arrivare la fine del mondo ma loro comunque continuerebbero a camminare rilassati con il mate in mano, una specie di tè.
Ecco, il mate meriterebbe un capitolo a parte: in ostello i primi giorni tutti si sono offerti di insegnarmi i segreti per prepararlo perfettamente, e i piccoli rituali che lo rendono l’elemento su cui si fonda l’orgoglio di essere uruguaiani. Non sto scherzando, almeno la metà delle persone in strada cammina con la thermos sotto al braccio e il mate nella mano. Addirittura, in televisione le tribune politiche vedono ogni candidato arringare il pubblico con la sua fedele calabaza (la zucca essiccata da cui si beve) davanti al microfono.

Passati i primi giorni, in cui ho fatto la vita da turista, ho potuto finalmente conoscere lo staff di USAC e i miei compagni di università, quasi tutti statunitensi. Non potrò mai esprimere a parole la mia gratitudine per aver avuto l’occasione di incontrare persone così speciali, che mi hanno permesso di fare delle esperienze fantastiche e hanno reso il mio semestre qualcosa che porterò sempre con me nel cassetto dei ricordi.

Forse la frase da scatola di cioccolatini non era così lontana dalla realtà: oggi mi sento davvero una persona arricchita sotto molti punti di vista. Ho migliorato il mio spagnolo e il mio inglese perché, alla faccia della credenza che gli italiani stiano in ogni parte del mondo, in cinque mesi non ne ho mai incontrato uno. Ho potuto conoscere la letteratura sudamericana e la storia delle rivoluzioni che ancora oggi caratterizzano questo continente. Ho sostenuto un dibattito sull’aborto interamente in spagnolo. Ho imparato come fare marketing in Uruguay, e quali sono le differenze rispetto all’Europa sotto questo aspetto.  Ho contrattato per venti minuti con un venditore al mercato della domenica per comprare una maglietta da calcio usata (dell’Inter, of course). Per la prima volta nella mia vita, ho dovuto cambiare uno pneumatico forato, nel bel mezzo di un bosco. Ho trattenuto il respiro per ammirare al meglio le maestose cascate di Iguazù, e mi sono perso per le caotiche strade di Buenos Aires. Ho imparato a ballare il tango e la bachata senza sembrare legnoso come Pinocchio. O forse per questo sarebbe servito almeno un altro semestre.

Mi mancheranno gli innumerevoli tramonti in Playa Ramirez, ma se chiudo gli occhi mentre sorseggio il mio mate posso ancora essere lì per qualche secondo.
Sto diventando troppo sentimentale forse, ma volevo chiudere questa mia testimonianza con delle parole che mi sono state dette da Jona, un volontario dell’ostello in cui ho passato le prime notti e che poi è diventato uno dei miei migliori amici a Montevideo, nonché tassista personale per l’ultimo viaggio in aeroporto prima di tornare in Italia. Dopo cena, la seconda sera gli avevo confessato di essere un po’ preoccupato per i mesi a venire, e lui mi aveva detto di non preoccuparmi perché “somos la sumatoria de nuestras experiencias”, siamo la somma delle nostre esperienze, che non deve essere tutto facile ma in fondo è questo il bello.

Grazie quindi a IUSVE e ad USAC per avermi dato questa fantastica opportunità, che mi ha fatto capire ancora di più quanto non abbia senso chiuderci in noi stessi e nelle nostre sicurezze, che siamo tutti cittadini del mondo e che dall’incontro con altre persone non possiamo che uscirne arricchiti.

Come si dice dall’altra parte dell’Oceano: VAMO ARRIBA!

Roberto Cialdella
(Agosto-Dicembre 2019)


Psicopedagogia degli stili di vita: il Presentation Design con Giorgio Renzi (H-FARM)

Durante il corso di Psicopedagogia degli stili di vita, tenuto dal Prof. Nicola Giusto, nell'ambito della laurea magistrale in Web Marketing e Digital Communication, si segnala l'intervento online come ospite di Giorgio Renzi, Manager @Enabling Solutions di H-FARM, con il quale approfondiremo e avvieremo un confronto sul mondo del Presentation Design, imparando a comunicare progetti, prodotti, soluzioni grazie alle strategie e agli strumenti tipici di storytelling e design thinking.
Un ciclo in tre sessioni, incentrate a approfondire il mondo del contenuto, le logiche della narrazione e le regole della visualizzazione.

Ecco il video del progetto #RIEMPIAMOILSILENZIO realizzato in collaborazione con IUSVE

Un grandissimo esperimento artistico e sociale che ha riunito più di 160 artisti da ogni parte d’Italia in una grande orchestra virtuale, la più grande del lockdown italiano, che ha accompagnato la splendida voce di Amii Stewart sulle note di “Esseri Umani” per dire grazie a quella meravigliosa squadra di eroi “invisibili” che per mesi ci hanno rassicurato con il loro lavoro e hanno alimentato quel senso di normalità che in questo periodo ci era mancato così tanto.

A curare le fasi di progettazione, produzione e comunicazione un team formato da tre docenti del Dipartimento di Comunicazione dello IUSVE: Cristiana Rossato, Ugo Guidolin e Giovanni Vannini, coadiuvati dagli studenti Sebastiano Corrò e Miriam Gangemi, assieme ai frequentanti il Corso di Organizzazione Eventi e Ufficio stampa.

La musica non si ferma, la musica unisce e con la musica #riempiamoilsilenzio.

 

Marina Ghenda nominata ambasciatrice AIAP del Friuli Venezia Giulia

Marina Ghenda, laureata nel 2016 in Scienze e tecniche della comunicazione grafica e multimediale, corso Senior, del Dipartimento di Comunicazione, è stata nominata dal Consiglio AIAP come Ambasciatrice rappresentante del territorio nazionale per il Friuli Venezia Giulia.

AIAP è l’unica associazione italiana che dal 1945, ha come obiettivo principale promuovere, tutelare e accrescere la professione e la cultura del progetto grafico e del design della comunicazione visiva, con una attenzione particolare alla rappresentazione delle transizioni che la professione attraversa nel tempo ponendo al centro ruolo, responsabilità e competenze del designer della comunicazione visiva. Riunisce alcune delle eccellenze del progetto grafico e del design della comunicazione visiva italiana distinguendosi per le attività e le azioni che hanno contribuito al consolidamento della disciplina in ambito professionale e formativo.

Marina Ghenda Muove i primi passi lavorativi presso lo studio di Giorgio Camuffo a Venezia dove ha l’opportunità di seguire seminari e stage tra i quali: Tibor Kalman, Massimo Vignelli, David Carson, John Maeda, Stefan Sagmeister.
Dal 1995 lavora come libero professionista e in quest'ultimo anno è socia fondatrice dello studio Enter. Nel 2012 si iscrive alla al Corso di Laurea in Scienze e tecniche della comunicaizone grafica e multimediale dello IUSVE, dove nel marzo del 2016 consegue la Laurea triennale con la tesi progettuale “Il logo tra solido e liquido, Dal bollo laterizio a Sagmeister”, relatore prof. Aurelio Chinellato, presidente prof.ssa Giovanna Bandiera.
In occasione dei vent’anni di attività pubblica la monografia Questa non è una e. Enter, graphic & editorial design, che raccoglie alcuni tra i suoi lavori.

Risultato del contest per “l’allestimento e la comunicazione Attico Interni-Staygreen”

Attraverso una presentazione in live streaming a cui hanno partecipato tutti i gruppi di lavoro, la committenza e i docenti, si è brillantemente conclusa l’intensa settimana di lavoro del Laboratorio di Exhibition Design, dei professori Aurelio Chinellato e Claudio Noventa, per gli allievi del corso Digital and Graphic Design di Verona. Il tema su cui si sono impegnati era molto complesso in quanto legato ad un’esigenza emersa a causa del COVID-19: creare un progetto di allestimento virtuale da prevedere per il nascente Fuorisalone online, una piattaforma che sostituisce l’importante evento della design week milanese.

L’annullamento del Salone del Mobile di Milano e degli eventi ad esso collegati, ha posto molte aziende impegnate nel mondo del design, di fronte alla necessità di trovare un sistema comunicativo funzionale ed efficace; tra queste aziende, ATTICO interni – STAYGREEN, ha attivato l’idea di un allestimento in bilico tra la concretezza e virtualità degli oggetti da presentare nel rinnovato show room veneziano, in modo da non perdere le importanti connessioni col mercato.

I gruppi di lavoro hanno presentato proposte spendibili e innovative, portando i committenti e i docenti al difficile compito di decretare la scelta dei progetti migliori su precisi criteri di valutazione.

Il risultato finale ha visto la seguente classifica dei progetti esposti.

Primo posto GRUPPO 10, composto da:
Giada Pizzighella, Monica Sauro, Micol Bottarelli, Emma Castellan

Secondo posto GRUPPO 5, nomi cognomi e matricole:
Sarah Martini, Angela Masiero, Aurora Ravelli, Benedetta Zaninello

Terzo posto GRUPPO 6, nomi cognomi e matricole:
Isabella Plebani, Martina Reggiani, Giulia Piovini, Camilla Benetti, Beatrice Rover, Benedetta Bicego

Segnalato GRUPPO 8, nomi cognomi e matricole:
Marco Slanzi, Giulia Tommasi, Stefano Rigon, Pietro Padovani, Giovanni Pancrazi

Lettera da Gerusalemme: l'ultimo video curato da Lisa Pizzato

Nel giorno di Pasqua è uscito il video di "Lettera da Gerusalemme", il nuovo singolo dei The Sun, rock band vicentina attiva da oltre 20 anni, che con questo brano lancia un messaggio di speranza ispirato all’evento pasquale.

Il video è stato realizzato da Lisa Pizzato, laureata in Scienze e Tecniche della Comunicazione Grafica e Multimediale del Campus di Mestre. In questo articolo Lisa, ci spiega l'intero progetto.

Quando sono stata contattata per realizzare il videoclip e ancora non conoscevo tutti i particolari del progetto non sapevo cosa aspettarmi, ma di sicuro non immaginavo si sarebbe rivelata una collaborazione così proficua e costruttiva. Le linee guida erano chiare e diversi dettagli già ben definiti, così come l’intento del lavoro: un video animato che arrivasse al cuore delle persone e che aprisse la strada al nuovo album in arrivo. Di certo non una sfida da poco!

Il tema centrale del brano è l’amore e il videoclip vuole essere la trasposizione visiva di quel sentimento dolce e rassicurante, misterioso e concreto che c’è tra una bimba e chi l’ha creata. La piccola protagonista, infatti, nasce dall’inchiostro di una piuma, prende vita e comincia ad esplorare il mondo. Lungo il suo cammino è accompagnata dalla mano creatrice: spesso non si vede, ma è sempre vicino a lei, pronta a risollevarla ed aiutarla.

Ho messo da parte le insicurezze e mi sono messa al lavoro: l’obiettivo da raggiungere era lì davanti a me, non rimaneva che percorrere la strada, nonostante la salita ripida e i piedi a volte incerti.

Nel video si pone l’accento sui piccoli gesti d’amore compiuti attraverso le mani, filo conduttore dell’intera storia. All’inizio del video la bimba è solamente un disegno a tratto: pochi colori e segno essenziale. La bimba passa i primi minuti a ricevere amore e protezione, ma è nel momento in cui decide di agire e donare a sua volta l’amore ricevuto che si riempie di colore e di gioia. Fare e rifare del bene, all’infinito, donandosi per gli altri, porta alla completa realizzazione dell’opera.

Animato frame by frame, il video è composto da migliaia di disegni e punta ad emozionare gli spettatori attraverso un look&feel artigianale, portandoli per qualche minuto a rivivere quei sentimenti puri e sinceri tipici dell’infanzia.

Laureata nel 2019, da allora mi sono mossa in diversi ambiti della comunicazione, tra cui l’animazione. Ho ancora molto da imparare, ma sicuramente è un campo in cui mi sento a mio agio, dato il mio background legato all’illustrazione (dopotutto, l’animazione è fatta di disegni in sequenza).

Guarda il video su YouTube
https://www.youtube.com/watch?v=xXU5QioyeX0&t=6s

Sito web della band
https://www.thesun.it/

Approfondisci il progetto
https://www.francescolorenzi.it/2020/04/lettera-da-gerusalemme-la-storia/

 

Crystal Foundation: l'ultimo video curato da Sebastiano Corrò

Sebastiano Corrò, studente del terzo anno in Scienze e tecniche della comunicazione grafica e multimediale del Campus di Mestre, ha pubblicato con la sua band 'Inner Earthquake' il loro ultimo lavoro: un videoclip musicale con relativo concept e progetto grafico.

In collaborazione con Riccardo Calzavara, Laureato del Dipartimento di Comunicazione, hanno sviluppato il tutto partendo da zero, intervenendo sui micro e macro aspetti della canzone nel suo complesso, realizzando un prodotto multimediale articolato e coerente.
 
Partendo dagli studi sullo storytelling che entrambi stanno coltivando, hanno realizzato un prodotto transmediale che trascendesse il semplice video musicale, con una cura particolare anche per la parte estetica, a cui hanno riservato grande attenzione.
 
L'istruzione dell'università ha svolto un ruolo importante per lo sviluppo delle competenze che questo lavoro ha richiesto; sia dal punto di vista tecnico che progettuale.
 
 

Filippo racconta la passata esperienza a Shanghai con IUSVE e USAC

Ricordo bene quando sulla home del sito dell’università uscì il bando per trascorrere un semestre all’estero. Aspettavo quel giorno da parecchio tempo e non vedevo l’ora di candidarmi.
Una volta inviati i materiali richiesti e concluso il colloquio non c’era nient’altro che potessi fare se non aspettare.
Il 26 febbraio 2019 venne pubblicata la graduatoria e con immensa gioia scoprii di essere il vincitore della borsa di studio che avrebbe reso Shanghai la mia nuova casa per quattro incredibili mesi.

Dopo una breve estate, qualche passaggio burocratico e tante feste di ‘buon viaggio’, mi sono ritrovato su un volo di dodici ore con destinazione aeroporto di Pudong, Shanghai, Cina. Non riuscivo a crederci.
Iniziò così un’esperienza magica, alla scoperta di un Paese completamente diverso dall’Italia, dall’Europa e da tutto l’Occidente.
Una cosa molto diversa era la lingua. È vero che Shanghai è la città più globalizzata della nazione, ma è anche vero che, una volta usciti dal contesto universitario, le persone che sanno parlare Inglese sono poche.
All’università ho frequentato un corso di Cinese che mi ha permesso di diventare abbastanza indipendente: dopo qualche settimana ero in grado di ordinare da mangiare (che sarebbe diventata una delle mie attività preferite), chiamare un taxi e iniziare una conversazione (solo iniziare però). Chiaramente ho migliorato anche l’Inglese, la lingua con cui studiavo e interagivo con professori e amici.

Oltre alla lingua, altre difficoltà che si potrebbero incontrare in Cina riguardano l’inquinamento e il sistema politico, che sicuramente non mette il concetto di libertà come prima priorità. A proposito di politica, oltre ai corsi di Cinese, “Marketing Principles”, “Chinese Calligraphy” e “Tai Chi”, scelsi di frequentare quello di “Politics and Government in China”, che mi ha fatto aprire gli occhi sul modo in cui si comporta la Cina in ambito politico, sociale ed economico, e soprattutto sul perché si comporta in questo determinato modo.
Comunque ci tengo a precisare che non mi sono mai sentito in situazioni di pericolo: la sicurezza è garantita ovunque e se si rispettano le regole non c’è assolutamente nulla di cui preoccuparsi.

Vivevo 24 ore su 24 con gli altri ragazzi del gruppo USAC, per la maggior parte americani. Credevo che, essendo l’unico europeo e italiano, avrei avuto difficoltà a fare amicizia ma è bastata qualche ora per capire che mi trovavo in mezzo a un gruppo che sarebbe diventata una vera e propria famiglia: persone alla mano, simpatiche e desiderose di passare un’esperienza indimenticabile proprio come me.
Le mie aspettative per quanto riguarda la vita sociale sono state ampiamente e positivamente superate. Io, come la maggior parte degli studenti internazionali, entravo gratuitamente nei locali più “in” di Shanghai. Ci dicevano: “In un mondo di asiatici, che ballano poco, delle persone come voi diventano l’attrazione della serata”. Capii quindi che in Cina essere italiano, alto e biondo poteva avere i suoi vantaggi, più che altro per l’autostima. Molti cinesi, soprattutto nelle zone rurali, mi facevano foto e video, altri mi regalavano del cibo, altri ancora mi offrivano lavori come TikTok star.

A Shanghai c’era sempre qualcosa da fare e il campus in cui vivevo era in una zona molto centrale della città, ma ovviamente ho cercato di viaggiare il più possibile per vedere altre parti della Cina. Molte gite erano organizzate da USAC, altre le organizzavamo noi, a gruppetti.
Tra le tante bellezze che ho visto mi sento di menzionare i giardini orientali e i grattacieli di Shanghai, l’Esercito di Terracotta di Xi’An, il Buddha gigante di Shaoxing, i canali di Pingjiang Lu, l’isola delle scimmie di Zhejiang e ovviamente la mastodontica Grande Muraglia di Pechino.
Ho collezionato ricordi indelebili in questi posti, ma ciò che li ha resi davvero speciali non sono stati i luoghi ma le persone.
Non dimenticherò mai le esperienze che ho vissuto con i miei 美 国 朋 友 (měiguó péngyǒu, letteralmente: “amici americani”). Mi mancheranno le risate in dormitorio fino alle due di notte, le facce perplesse appena ci arrivava al tavolo qualcosa di strano da mangiare, i Bubble Tea presi tra una lezione e l’altra, le serate in discoteca, gli strafalcioni linguistici, il torneo di Tai Chi, il viaggio di ritorno da Pechino distesi su un treno, le contrattazioni al Fake Market, Halloween, il mio primo Thanksgiving, le chiacchierate in metro e soprattutto i saluti dopo l’ultima serata insieme a Shanghai.
Questo semestre è stato un viaggio tanto fisico quanto interiore, che mi ha fatto crescere più di quanto potessi immaginare. È come se avessi vissuto due percorsi in parallelo, uno esterno e uno interno.
Mi rendo conto che per ogni villaggio che esploravo, fragranza che assaporavo, persona che conoscevo e usanza che apprendevo, stavo in realtà esplorando, assaporando, conoscendo e apprendendo non solo aspetti della Cina, ma anche lati di me stesso.
Per ogni passo che fanno i piedi, ne fa uno anche la mente. Questo per me significa viaggiare e questo è ciò che vi auguro.

谢谢 (Xièxiè, grazie)
Filippo Mengo
(Agosto-Dicembre 2019)