Comunicare la morte in rete: un nuovo scenario per il Visual Journalism
Studente: Isabella Agostini
Titolo tesi: Comunicare la morte in rete: un nuovo scenario per il Visual Journalism
Docente relatore: Prof. Paolo Schianchi
Docente controrelatore: Prof.ssa Mariagrazia Villa
Presidente commissione di tesi: Prof. Nicolò Cappelletti
Data discussione tesi: 14luglio 2020
Laurea Magistrale Internazionale in: Creatività e design della comunicazione
Il rifiuto della condizione mortifera, in capo alla società occidentale odierna, sta innescando sempre più negli individui il desiderio e la ricerca di un’utopica immortalità. Ciò è dimostrato dall’avvento di numerose innovazioni tecnologiche che, grazie alle loro fluido-possibilità, sono in grado di promuovere “vita eterna”. Tale scenario attuale di avversione e negazione della fine rappresenta il punto di partenza su cui si è improntata la progettazione, e relativa comunicazione, di un’immagine di morte. In concreto, l’elaborato propone una notizia visiva volta a convertire tale sentimento di rifiuto mortifero, conferendo alla fine quel carattere vitale ormai perso da tempo. Proporre un significato alternativo a quello comunemente attribuito, non risulta una pratica semplice. Per questi motivi si è ricorso alla disciplina emergente del Visual Journalism, capace di comunicare attraverso le immagini, nel profondo e nel rispetto di chi le guarda. Attraverso un’attenta analisi circa il rapporto tra l’uomo e la morte e la sua relativa raffigurazione nel tempo, l’ambiente digitale odierno postweb, il potere delle immagini e i criteri teorico-applicativi utilizzati dalla figura del Visual Journalist, si sono potute individuare le migliori modalità con cui costruirne una nuova raffigurazione. Mediante tale immagine notizia, la fine, omessa e rifiutata da secoli, potrà così riemergere nel discorso pubblico (come nella vita delle persone), nella speranza che si inneschi la volontà di vivere appieno l’esistenza piuttosto che aspirare ad una falsa immortalità digitale. Dato l’argomento delicato, il tutto verrà improntato nel rispetto dell’osservatore e del suo vissuto personale.
The denial of the death, at the head of today's Western society, is increasingly triggering in individuals the desire and the search for a utopian immortality. This is demonstrated by the advent of numerous technological innovations that, thanks to their fluid possibilities, can promote "eternal life". This current scenario of aversion and denial of the end represents the starting point on which the design, and its communication, of an image of death has been based. In concrete terms, the essay offers a visual news aimed at converting man's refusal to acknowledge his own mortality, giving back ultimately that long-lost vital character. It is not a simple practice to propose an alternative meaning to that commonly attributed. Because of this, the emerging discipline of Visual Journalism has been used, able to communicate through images, deep down and with respect to the viewer. Through a careful analysis of the relationship between man and death and its portrayal over time, today's postweb digital environment, the power of images and the theoretical-application criteria used by the Visual Journalist figure, the best ways to build a new representation were identified. Through this news image, the end, omitted and rejected for centuries, can thus re-emerge in public discourse (as in people's lives), in the hope that the will to live life to its fullest will win over the aspiration to a false digital immortality. Given the delicate subject, the whole thing will be marked with respect for the observer and his own personal experience.